Il reportage del viaggio. Scegliere la macchina fotografica

Fare il fotoreporter è uno dei lavori più belli, ma anche più duri. Si possono conoscere luoghi meravigliosi secondo una prospettiva prettamente culturale, antropologica e naturalistica. Si entra in contatto con le diversità, prendendone atto e riportando fedelmente, con le immagini, le testimonianze più incisive. Fare reportage di viaggio non è semplice. Ci si deve alzare presto la mattina, magari si fa tardi la sera, si aspettano ore perché accada qualcosa di interessante da fotografare, si devono fare tantissimi scatti per poi ricavarne solo qualcuno utile.

L’esperienza e il talento sono le armi vincenti del fotoreporter ma, naturalmente, anche la qualità dello strumento è importante. Chi si appresta a intraprendere questo mestiere, per prima cosa si troverà a dover fare un confronto fotocamere reflex per trovare quella più adatta alle proprie esigenze. Infatti, va detto che non esiste in assoluto una fotocamera migliore o peggiore, una fotocamera professionale è comunque un buono strumento. Esistono invece fotocamere migliori secondo le proprie necessità. Nell’ambiente ci si divide, talvolta con un certo fervore, tra nikonisti e canonisti, vediamo perché.

Partiamo dal presupposto che chi comincia questo lavoro non deve subito acquistare il meglio, basta che si attrezzi con fotocamere medie di ultima generazione. Tra i modelli più riusciti degli ultimissimi tempi ci sono la Canon EOS 70D e la Nikon D7100, entrambe con una risoluzione e con delle caratteristiche tecniche di tutto rispetto. Si parte già da un gradino di qualità solo leggermente inferiore a quello prettamente professionale. Ergonomia eccellente, presa salda, mirini ampi, leggermente meglio quello Nikon. Il display con touchscreen va invece a vantaggio della Canon.

Le caratteristiche tecniche non registrano differenze eclatanti, come detto, si tratta più di una questione di gusti ed esigenze e dal tipo di reportage che si vuole fare, ovviamente c’è differenza tra quello paesaggistico-naturale da quello antropologico, non solo a livello di corpo macchina ma anche di lunghezze focali e quindi di obiettivi.